Istituto Confucio: dove l’Italia incontra la Cina

confucio-immagine

Istituto Confucio: dove l’Italia incontra la Cina

Il cinese è la lingua più parlata al mondo. Ora la Cina è anche una moderna potenza economica sempre più in via di espansione. Conoscere il cinese può essere, quindi, un ottima base per poter trovare un buon lavoro e riuscire a realizzarsi in un ambito che è ancora in via di sviluppo, dove vi è ancora ampio raggio di azione. Insomma dove è possibile trovare un lavoro che possa soddisfare soprattutto i giovani.

Uno degli istituti più prestigiosi per lo studio della lingua cinese è l‘Istituto Confucio di Napoli, dove si insegna e si impara la lingua e anche la cultura cinese. Un punto dove l’Oriente incontra l’Occidente. Un luogo di scambio culturale tra popoli diversi che porta armonia e conoscenza.

All’ Istituto Confucio non si studia soltanto ma ci sono numerose attività didattiche, scientifiche e culturali che servono ad uscire dalla scuola pregni di nozioni di certo ma anche di conoscenza che aiuta a muoversi meglio in un mondo diverso da quello in cui si è cresciuti.

Ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Marcella Gucci, una donna che ha avuto la possibilità di studiare presso l’stituto Confucio e di trovare poi un lavoro a diretto contatto con la nazione cinese. Le ho posto qualche domanda:

 
1)Come mai ha scelto di studiare la lingua cinese e dopo quanto tempo ha realizzato di sapere davvero questa lingua?
 

Sono nata e cresciuta per motivi familiari immersa nella cultura cinese, il salotto di mia madre era spesso frequentato da professori che parlavano di Cina e Asia, e questo ha sicuramente influenzato le mie scelte adulte. Credo però che due siano gli aspetti della lingua cinese che più mi sono entrati nel cuore e mi hanno spinto a studiarla: il primo è sicuramente la sua armoniosa musicalità, ed il secondo il simbolismo nascosto nella scrittura. È comunque una lingua così complessa che tutt’oggi, pur parlando un buon cinese e pur sapendomi districare in un ampio ventaglio di conversazioni, non riesco a dire di saperla davvero, spesso neanche i cinesi madrelingua possono dirlo. Sicuramente il mio percorso di studi universitari all’Orientale di Napoli e le esperienze di studio in Cina (delle quali una supportata dall’Istituto Confucio), hanno contribuito a gettare solide basi per la conoscenza delle strutture grammaticali e sintattiche, formare un vocabolario consistente e rendere più chiara la mia pronuncia.

2)  Quanto e in che modo ha inciso lo studio del cinese nella sua carriera?

Vivo e lavoro in Cina, parlare cinese è molto d’aiuto per la sopravvivenza e per la carriera. Studiarlo è essenziale per saperlo parlare in modo fluente.

Aldilà della mia esperienza personale comunque credo che, oggi come oggi, sapere il cinese aumenti esponenzialmente le possibilità di trovare lavoro anche in Italia e in Europa. 

 

3)Conoscere anche la cultura cinese aiuta a comprendere meglio i modi di dire e le espressioni cinesi?

Sicuramente si, ma questa credo sia una legge che vale per tutte le lingue, per tutte le culture. 

4)Pensa che sarebbe riuscita a fare lo stesso percorso senza lo studio di questa lingua?

Quando ho fatto il colloquio nella mia attuale azienda 4 anni fa, non avevo alcuna esperienza nel campo della moda e del Made in China, sono stata assunta principalmente per la mia conoscenza del cinese e per la mia voglia di lavorare e imparare. Forse anche senza lo studio del cinese sarei riuscita a fare lo stesso percorso, ma saper parlare cinese mi ha senza dubbio spianato la strada, in primo luogo perché mi ha dato la possibilità di vendermi alla mia azienda come ponte tra le due culture, e in secondo luogo perché conoscendo la lingua e capendo le conversazioni dei miei colleghi e in fabbrica, ho imparato più velocemente e in modo approfondito tecnicismi che i miei colleghi europei spesso ignorano.

5)Quali sono stati gli ostacoli ( se ce ne sono stati) più duri da affrontare nell’ambiente lavorativo?

Convivere con logiche culturali e lavorative diverse da quelle europee e comunicare correttamente con colleghi, dipendenti e partner aziendali.

6)Qual è il suo lavoro e qual è stata la sua soddisfazione più grande nel lavoro?

Lavoro per un grande grossista belga di abbigliamento, mi occupo dello sviluppo del prodotto e della collezione. La soddisfazione è quella di essere considerata un ponte di collegamento tra il mondo dei clienti europei e il mondo dei fornitori e dei colleghi cinesi.

Chissà se Marcella è mai stata al festival MilleunaCina creato da Annamaria Palermo attivo già dal Maggio 2010 e che aiuta il pubblico napoletano a scoprire la la cultura cinese. Una settimana di grandi eventi in cui vengono toccati i diversi aspetti della cultura cinese. Dalla letteratura al teatro alla fotografia MilleunaCina propone un viaggio in una terra così meravigliosamente ricca di significato, in cui il simbolismo è importantissimo. Annamaria dal 2010 dirige l’Istituto Confucio che è parte dell’Università Orientale di Napoli e sta cercando di far conoscere la Cina non solo ai suoi concittadini ma anche al resto della Campania. Organizzando grandi manifestazioni artistiche Annamaria è riuscita a far conoscere la Cina e tutti i suoi tesori ad un numero sempre maggiore di persone.

Invito i giovani ad iscriversi alla scuola Confucio per poter beneficiare di un’ottima preparazione per il futuro.


Buzzoole

 

Leggi di più

Febbraio, mese dell’amore. L’iniziativa di Amplifon per volersi bene

Samsung Galaxy A: i nuovi smartphone di altissime prestazioni

Cosa guardare in tv. Da oggi non c’è che l’imbarazzo della scelta tra serie tv, prime visioni e on demand con Premium

Commenti