La strada- il libro di Cormac McCarthy

-Portami con te. Ti prego

-Non posso.

-Ti prego, papà.

-Non ce la faccio. Non ce la faccio a tenere tra le braccia mio figlio morto. Credevo che ne sarei stato capace, e invece no.

-Hai detto che non mi avresti mai lasciato.

-Lo so. Mi dispiace. Hai tutto il mio cuore. Da sempre, Tu sei il migliore fra i buoni. Lo sei sempre stato.

Come avevo più volte annunciato anche sulla mia pagina facebook è giunta l’ora di tenere la mia rubrica sui libri. Una rubrica che si terrà di sabato e che, spero, potrà portare visitatori nuovi al mio blog.

Il primo libro di cui ho deciso di parlare è tra quelli che mi hanno cambiato la vita o almeno che ha modificato le aspettative che avevo sui libri. Da questo libro in poi ogni volta che prendo in mano un testo spero di ritrovare dentro di esso quello che ho trovato in questo: suspance, vita, dolore, gioia e tantissima emozione. Come ci si immagina e come si concretizza in parole una storia come quella de “La strada”, io proprio non lo so e mi piacerebbe tantissimo poterlo chiedere al suo autore.

Vi accenno brevemente la storia avendo deciso di non volere fare un articolo incentrato sulla narrazione del romanzo ma solo su ciò che esso ha rappresentato per me e ciò che, a parer mio, ha cercato di far arrivare al lettore.

La vicenda narra di un padre ed un figlio ( bambino) che sopravvissuti ad una sorta di “fine del mondo” si incamminano con le loro poche cose verso l’oceano sperando in un po’ di calore. E’ la storia di un viaggio. Ma non solo un viaggio fisico verso un punto preciso è anche la storia di un viaggio che porterà alla scoperta di emozioni e sentimenti tra padre e figlio uniti nella disperazione di essere ancora vivi.

Ho letto questo libro durante l’attesa del mio bambino, fu un consiglio di un cliente della libreria e devo dire che mi capita spesso di lasciarmi trascinare dai clienti alla scoperta di titoli passati sotto ai miei occhi quasi inosservati ma che nascondo dei segreti che gli appassionati lettori riescono a scorgere.  Due giorni per finirlo comprese le riletture di passi che trovavo particolarmente interessanti ( piccole manie da libraia). Spesso mi sono ritrovata con gli occhi inondati dalle lacrime mentre il testo mi scorreva davanti, forse era il mio stato particolarmente adatto ad enfatizzare le emozioni o forse è stato proprio lui Corman ad essere davvero tanto bravo nel coinvolgere il lettore fin quasi a diventare parte dei due protagonisti.

Il grande ed il piccolo uomo assieme scoprono la forza dei loro corpi che lottano per farcela eppure non è tutto così semplice  perchè la terra è ostile e non ha niente da offrire e allora la speranza lascia il posto alla disperazione ed il ritmo del libro si fa più intenso e man mano che le pagine scorrono ci si rende conto che si cerca di arrivare il più in fretta possibile a scoprire cosa accadrà, che ne sarà di quell’uomo che ha strappato suo figlio alla morte e di quel bambino così saggio eppure così innocente?

Forse non era il libro più adatto a me che ero in attesa di bimbo, io che in quel periodo camminavo “tre metri sopra la terra” attraverso quel libro sono diventata padre e madre alle stesso tempo.

Ne hanno fatto un film che non ho avuto ancora il coraggio di vedere perchè i film tratti dai libri mi hanno sempre delusa. Forse dovrei perchè pare che Viggo Mortensen, il protagonista maschile, sia stato bravissimo!

                                                              Spero che il mio scritto vi sia piaciuto ed aspetto le vostre impressioni!

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