Innamorato, passionale, sicuro. E’ il tifoso di calcio. Ve ne parlo con… mio fratello

Innamorato, passionale, sicuro. E’ il tifoso di calcio. Ve ne parlo con… mio fratello

Mio fratello si chiama Mario ed è stato un calciatore semiprofessionista. E’ soprattutto il mio eroe che parla di calcio con me che non ne capisco niente. Mi piaceva l’idea di farvelo conoscere perché è un grande uomo che io amo infinitamente. E lo ringrazio qui pubblicamente per avermi dedicato tutto questo tempo. 

1.Mario, che cos’è per te il calcio? 

Il gioco del calcio per me era pura felicità, quando ero bambino bastava una palla per sentirmi invincibile, un gruppo di amici, un lembo di strada un avversario contro il quale giocare ed il sogno da realizzare. Oggi il calcio invece per me è una passione, da bambino era l’amore .

2. Qual è la squadra del tuo cuore? E perché? 

La squadra del cuore è come un grande amore, quando arriva la riconosci, così è successo a me.  Ricordo con grande gioia quel momento, quelle maglie, quello sguardo triste di mio padre dopo quella sconfitta. Era il 25 maggio 1983 la Juventus perdeva la coppa dei campioni ad Atene contro la squadra tedesca dell’Amburgo. La Juventus era supera favorita, allenatore Trapattoni, Platini, Boniek , Rossi, Zoff, Gentile etc. Tanti campioni del mondo una super squadra. Ecco in quel momento guardando quella sconfitta immeritata il mio cuore comincio a battere cosi’ forte per quei colori bianconeri e niente e nessuno potrà mai fermare quella sensazione. Questo è vero amore. Poi amo la squadra della mia città, la Salernitana, lì ho anche giocato nelle giovanili, e indossare quella maglia mi dava una forza e una gioia incredibile.

3.Secondo te quali sono le caratteristiche del vero tifo del calcio italiano? 

Il Italia il tifo e i tifosi sono un costume. Come ho letto sul blog L’insider i tifosi sono il dodicesimo uomo in campo. Il tifo è una passione, un amore, una follia, spesso per qualcuno una guerra .

4.Cosa si potrebbe migliorare nel tifo e nel calcio? 

Nel mondo dei tifosi tante cose sono  già migliorate. Negli anni 80/90 i tifosi erano legati in modo viscerale alla loro squadre, il calcio era diverso, bisognava andare all’allenamento per contestare o acclamare i calciatori, quindi c’era un rapporto umano tra i tifosi e gli atleti, spesso si festeggiava insieme, si soffriva insieme, si instauravano rapporti di amicizia. Il tifoso viveva l’amore per la squadra del cuore in modo genuino. Con l’avvento dei diritti tv e internet, il calcio ha cominciato a cambiare : i tifoso sono più lontani dal campo e spesso sono fuori da tutte le scelte della società, che non  hanno più interesse a portare i tifosi allo stadio. Ecco che a mio avviso il tifoso è diventato meno passionale e più legato ad argomenti futili.
 

5.Secondo te cosa sbagliano i tifosi? E cosa sbagliano le società calcistiche? 

I tifosi sbagliano nel comunicare da lontano. I calciatori hanno bisogno di essere criticati da vicino e osannati guardandoli in faccia. Oggi tutto avviene attraverso i social e questo nn fa bene né ai tifosi né ai calciatori.  Le società calcistiche non hanno più al centro del progetto i tifosi invece bisognerebbe investire in stadi moderni confortevoli e riportare i tifosi allo stadio. Riportare anche i bambini allo stadio, che invece ora viene spesso visto come un posto pericoloso. 

6.Qual è il tifo più bello d’Italia? 

Il tifo più bello d’Italia? Non saprei, sicuramente al sud il calcio è passione, amore, voglia di dimostrare che attraverso il tifo si può superare la differenza tra nord e sud. Allora non  credo di poter essere smentito se dico che nonostante i grandi errori fatte dalle loro tifoserie ma Roma e Salerno abbiano qualcosa in più. 

7.Qual è il tuo sogno di tifoso? 

Il sogno di ogni tifoso è vedere vincere la propria squadra del cuore mi verrebbe da dire. Un ultrà invece ti direbbe vedere uscire dal campo un calciatore sempre con la maglia sudata, lo sguardo rivolto alla curva e senza essersi arreso un attimo in campo.

8.Chi vince lo scudetto? E la champions? 

La Juve è l’organico più forte della seria A, e credo tra le 5 d’Europa quindi super favorita in Italia, anche se Inter e Napoli quest’anno saranno lì fino alla fine. La champions vorrei dirti Juve ma credo che tutto dipenda da come si arriva a marzo, in quali condizioni fisiche e mentali una squadra riuscirà ad affrontare quel periodo  ma soprattutto riuscire ad avere i top player al massimo della forma. Ragionando tenendo presente questi fattori appena elencati  dico Juve , Barcellona, City .

 

9.Cosa è cambiato negli ultimi anni anni nel mondo del calcio e del tifo? 

Ti ripeto il calcio e il tifo sono cambiati con l’avvento della tv a pagamento, con i grandi introiti pubblicitari e dalle scommesse che hanno cambiato tante strategie societaria, ma anche stravolto la vita del tifoso.
 

10. Come è cambiato il calcio da quando eri bambino? 

Il calcio da bambino per me era gioia. Uscire da scuola e giocare  con i compagni di classe era assolutamente qualcosa di unico. Tornare a casa, studiare, e poi scendere per strada di nuovo per giocare a pallone era l’unico scopo che avevamo. Sognavo di diventare calciatori. Ho fatto tanti sacrifici con mio padre, qualcosa in più potevo fare. Ho giocato tanti anni non sempre tra i professionisti, ma quel sogno di bambino per anni rincorso è stato bellissimo. 

11.Parlami del calcio e il tifo di ieri e oggi

Quando guardo i tifosi di una volta li vedo diversi: negli anni 60/70 andavano allo stadio in giacca e cravatta, tifavano solo per la loro squadra, dagli anni 80 ad oggi i tifosi sono cambiati, allo stadio hanno portato i colori, la musica e credo anche la magia .
 

12.Sapresti dirmi delle differenze tra le tifoserie e il modo di pensare da ultrà? 

Le tifoserie sono organizzazioni di persone che parlano dei problemi della squadra e cercano, con critiche costruttive, di aiutare a crescere una squadra ed una società . Gli ultas amano incondizionatamente la loro squadra, per loro esiste solo il quello, nn importa chi indossi quella maglia, l’importante è amarla .
 

13. Come si passa da bambino tifoso ad ultras adulto. Ma soprattutto perché si cambia?

i bambini vivono il tifo come divertimento, allegria gioco, credono che sia tutto così lontano poi in un attimo si trovano adulti e li c’è una scelta: continuare a credere al gioco più bello del mondo e quindi guardare il calcio da ultrà senza criticare, oppure tifoso critico e attento ad ogni particolare.

14.Esiste un calcio parlato e un calcio giocato? 

Oggi purtroppo esiste una calcio parlato e uno giocato. Si parla di calcio in tutte le tv e in tutti i social ma si parla poco di sacrifici che bisogna fare per diventare calciatore, di allenamento di tattica. Ecco mi piacerebbe parlare più di questo.

15. In Italia sono tutti allenatori?

Questo non sono io a dirlo. L’Italia è un popolo di santi, naviganti e allenatori di calcio. Vabbè il calcio è bello perché è democratico, chi ha giocato a calcio sa che non è così. 

16. Sei stato un calciatore. Quanto ti senti ancora tale? Chiudiamo con il tuo ricordo più bello con protagonista il calcio. 

Sono stato un calciatore semiprofessionista. Dentro ogni calciatore rimane il sogno di quel bambino che giocava per strada  il calcio più bello è quello ed io mi sento ancora legato a quei momenti. Il calcio degli adulti non mi manca più. Ho tanti ricordi belli, legati soprattutto alle vittorie di campionato, ai compagni, agli allenatori e avversari incontrati , ma il ricordo indelebile rimane il percorso nel settore giovanile della Salernitana, la berretti di mister Gigante  e lo sguardo di mio padre sugli spalti del DONATO VESTUTI.

  

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