Gemme, pietre dure e pietre preziose: conosci la differenza?

 

Gemme, pietre dure e pietre preziose: conosci la differenza? 

Quante volte, parlando di gioielli, hai sentito nominare le pietre preziose, insieme con le pietre dure? Tante, vero? E hai visto poi come vengono anche citate le gemme quando si parla con un esperto? La differenza però tra queste tre categorie non è nota a tutti, e spesso si tende a scambiare l’una per l’altra, facendo confusione, quando non è assolutamente così. Cerchiamo allora di capirci di più in quest’articolo. Nel farlo ci aiuterà una delle più famose gioiellerie di Udine, la gioielleria Giorgio Szulin.

Minerali, materiale organico ed elementi rari: ecco le gemme 

Cominciamo dalle gemme, che costituiscono una parte importantissima della gioielleria. Si tratta di minerali, rocce, oppure materiali organici e vegetali che possiedono la caratteristica di poter essere intagliati e lavorati. Le gemme possono essere anche molto rare, tanto che per un orafo lavorare su una gemma è come lavorare con una pietra preziosa. Nella gemmologia (branca della mineralogia che studia proprio le gemme) alcuni parametri che distinguono questi elementi naturali sono quelli della provenienza, della qualità e della rarità. Questa distinzione risulta davvero importante, visto che le gemme di alta qualità e non facili da reperire hanno sul mercato valore più alto di una pietra preziosa. Tra le gemme più ricercate e preziose possiamo annoverare le perle (nate dalla secrezione di un’ostrica), l’ambra (una resina vegetale), l’avorio (che però attualmente è illegale vendere e lavorare, dal momento che si ricava dalle zanne degli elefanti), la corniola (l’interno delle conchiglie, utilizzata per la realizzazione dei camei), il corallo (frutto di sedimenti animali o vegetali).

Pietre preziose e semipreziose: attenzione alla differenza 

Esistono poi le pietre preziose, che si distinguono dalle gemme. In questa categoria possiamo inserire anche le pietre semipreziose, di valore inferiore rispetto alle preziose.
Del primo gruppo fanno parte: diamanti, rubini, smeraldi e zaffiri, dal valore di mercato più alto. Seguono le pietre del secondo gruppo (semipreziose): ametista, acquamarina, quarzo, topazi, zirconi, etc. Va specificato, ad ogni modo, che non si tratta di valore assoluto: molta parte infatti nella definizione di valore di un gioiello ha anche la sua lavorazione. In questo modo un’acquamarina ben lavorata e intagliata, dalle tonalità cerulee trasparenti, avrà molto più valore rispetto ad uno smeraldo grezzo e non lavorato.

Cosa sono invece le pietre dure? 

Un discorso a parte meritano invece le pietre dure, che si distinguono sia dalle gemme che dalle pietre preziose e semipreziose. Per pietra dura ci si riferisce a qualsiasi materiale che può provenire dalla natura e lavorato, un po’ come le gemme. La differenza sta nel fatto che le pietre dure possono essere impiegate anche al di fuori della gioielleria e dell’arte orafa. Pensiamo ad esempio al marmo, al granito, al porfido, e ad altre pietre che vengono utilizzate per la realizzazione di pavimenti oppure oggettistica. E che dire di elementi come l’onice, l’agata, la pietra di luna e il diaspro, che oltre ad essere utilizzati come monili potevano costituire anche materiale per i tasselli di un mosaico. In quest’ultimo gruppo possiamo inserire anche pietre come la giada e l’opale: non propriamente pietre dure di gioielleria, ma negli ultimi tempi riscoperte da questo punto di vista. Nell’arte orafa, nello specifico, le pietre dure vanno accomunate alle pietre semipreziose, ma non mancano esempi di equiparazione con le pietre preziose, per quanto riguarda i parametri di rarità e qualità. Ecco quindi che una pietra dura può acquistare un enorme valore, soprattutto se lavorata con arte e se di un grado di lucentezza molto alto. Pensiamo ad una collana di corallo o di turchesi: può valere anche di più di una pietra come un rubino, se la manifattura è impeccabile.

 

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